Keep Calm And Go To Myanmar (Birmania)

Ci risiamo: finalmente si torna a viaggiare. Un viaggio inaspettato questa volta, nessun programma all’orizzonte, un telefono che squilla, un’amica che mi fa una proposta volante e mi suggerisce di prendere in fretta dei biglietti a una tariffa ottima, a cavallo di Natale e Capodanno, sul sito della Qatar Airways, destinazione Yangon, Myanmar (lo stato conosciuto anche come Birmania). In poche ore passi dal “nooooo, magariiiiiiiiiiiiii” al “sarebbe stupendo”, al “perché no, si vive una volta sola, convinco il marito, ci facciamo due conti”, al “stasera prenoto”. Detto fatto, la mattina dopo la booking confirmation è nella tua email e gongoli parecchio… la soddisfazione nel prenotare un volo è un piccolo sogno che si realizza, è molto di più di un foglio di carta, è l’attesa proiettata in avanti di quello che sarà e la Birmania di sicuro sarà qualcosa di speciale.

 

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Avete capito che la colpa non è mia stavolta…è sua, tutta sua, l’altra Monica che sarà in viaggio con me è quella di Viaggi e Baci , le nostre due famiglie a zonzo per più di due settimane lungo le strade del Myanmar. E sì siamo due travel blogger ma è un caso, prima siamo due amiche ed è per questo che andiamo via insieme, con una sosta all’andata e al ritorno a Doha, in Qatar. E ne approfitteremo per conoscere qualcosa anche di questa tappa intermedia.

Ora vi racconto a grandi linee quello che sarà il nostro l’itinerario, che sarà percorso in parte con voli interni, in parte su 4 ruote con un autista locale, in parte con un battello sul fiume Irrawaddy, in parte con altri mezzi locali. Poi l’imprevisto è sempre dietro l’angolo, quindi non si sa se riusciremo a rispettare alla lettera i nostri progetti o se decideremo di modificarli in loco.

Doha

Chi l’ha detto che uno scalo lungo è una iattura per i viaggiatori? Permette di spezzare la tratta aerea intercontinentale, poi apre una finestra su tappe magari sottovalutate. Così ho iniziato a informarmi su Doha e su questa piccola protuberanza dell’Arabia Saudita, circondata dalle acque del Golfo e dirimpettaia dell’Iran. E ho scoperto che sta diventando una meta per gli amanti dell’arte. Musei che somigliano a sculture concepiti come luogo d’incontro, creati dai più grandi artisti del globo. Andremo quindi a vedere il Museo di Arte Islamica, edificio cubista, creato da I. M. Pei, l’architetto oggi 94enne della Piramide del Louvre. Non si sa se il pezzo forte sono le 800 opere – manoscritti, ceramiche, tessuti, provenienti da Spagna, Iran, Turchia, Cina – che ripercorrono 1.300 anni di storia, o l’edificio stesso. Ne riparliamo al ritorno.

 

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Yangon

Yangon non è più la capitale del paese, dal 2007 è stata trasferita nell’anonima città di Naypyidaw geograficamente più centrale. Comunque, Yangon rimane il punto di partenza e di arrivo di ogni viaggio in Myanmar e così sarà anche per noi. La città è il centro culturale, artistico e  religioso del paese, e dicono sia una delle più affascinati capitali asiatiche…sono curiosa di vedere, al di là dei suoi meravigliosi stupa ricoperti di foglie d’oro, quanto ha saputo conservare dei suoi quartieri coloniali e dell’antica città giardino, e quanto invece il mix di stili ( inglese del periodo vittoriano, cinese, birmano, indiano) e il traffico moderno hanno alterato i suoi equilibri.

 

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Lago Inle

Questo lago è un cassetto della mia mente che c’è sempre stato e finalmente si apre, è uno degli emblemi della cultura birmana e arrivarci a Natale è per me un grande regalo sotto l’albero. Il lago Inle è abitato dall’etnia Intha, “i figli del lago“, divenuta celebre per il curioso modo dei pescatori di remare con una gamba, stando in piedi sulle barche tra villaggi su palafitte, mercati itineranti e tradizionali giardini agricoli, persino la pagoda di Phaung-Daw-Oo sembra galleggiare sul lago. Pesca e lavori artigianali (seta, tessuti, argento, barche, ceramiche ecc)…. speriamo che il turismo non abbia ancora intaccato eccessivamente la loro realtà. Avremo 3 notti/3 giorni (scarsi) per scoprire lui e i suoi dintorni.

 

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Inthein e Kakku

Entrambi due gioielli archeologici e mistici birmani, la voglia di vederli è tantissima, speriamo il tempo lo permetta senza scapicollarci troppo. La valle dei templi perduti e il villaggio di Inthein è un luogo reso accessibile da poco, con le guglie elaborate che si innalzano verso il cielo e si fanno spazio nella foresta,  sembra  il frutto di un bizzarro gioco degli Dei, più di mille pagode risalenti al XIII secolo prima nascoste e ora finalmente accessibili. E poi sempre raggiungibile dal lago Inle, le Kakku Pagodas: 2500 pagode in un chilometro quadrato…è sufficiente vedere 1 sola fotografia per capire che questo è un altro must to do di questo paese.

 

Kakku_Pagodas

Pindaya Caves

Coll’aiuto di un pulmino e di un autista locale arriveremo ai villaggi sparsi tra le montagne dello Shan sulle rive del lago Botoloke, piccoli centri rurali che vivono principalmente di agricoltura e di artigianato.  Direzione grotte di Pindaya, un sito unico dove si trovano migliaia di raffigurazioni di Buddha, un sito di pellegrinaggio antichissimo dove sono depositate oltre 8.000 statue del Buddha, di tutte le dimensioni e materiali. E per conoscere una regione rurale fatta di piantagioni di te’ e coltivazioni a base di soia. Spero di assaggiare del tè fresco infuso al momento, vedere case tradizionali, osservare l’essiccazione dei cracker di soia, fare una passeggiata tra le piantagioni di tè e provare a raccoglierne le foglie. Spero di vedere nei dintorni di Pindaya una parte di Myanmar più autentica.

 

Pindaya Caves

Mandalay 

E’ l’antica capitale reale e sicuramente ricca di attrattive… anche se pare che stia diventando molto commerciale e i cinesi la stiano divorando, penso di optare qui per pochi luoghi, uno di questi  sarà la collina di Mandalay, con le sue scalinate a spirale, da cui avere una vista panoramica sulla città e sul fiume, considerata da secoli una zona sacra. Avevo in mente i monaci e tra scuola e meditazione, la loro processione e cerimonia del pasto giornaliero al Monastero di Mahagandhayon, ma ho letto di orde barbare di turisti e valuteremo il da farsi.  Va beh che dopo aver visto l’anno scorso a Capodanno, l’orda al cambio della Guardia di Buckingham Palace…quella di Mandalay mi spaventa meno.

 

Stupas at Sandamani Paya and Mandalay Hill. Mandalay, Myanmar

Mingun-Amarapura-Sagaing

Di più mi interessano i dintorni di Mandalay, il panorama fluviale  e le 4 antiche città raggiungibili in barca: la prima è Mingun e la sua immensa Pagoda bianca  incompiuta, danneggiata da un terremoto nel 1938. Poi  Amarapura, la “città dell’immortalità” e il suo meraviglioso  ponte pedonale U Bein, lungo 1,2 km ed interamente realizzato in legno di tek.  La città di Inwa, oggi un insieme di villaggi dai tetti di paglia. E infine  Sagaing, centro spirituale del Myanmar, qui vivono circa 3000 monaci e ci sono circa di 100 santuari di meditazione.  Ci sono anche molti conventi, spero di visitarne uno. Le suore ricevono pochi visitatori, si può fare una donazione di frutta e verdure e mangiare un pasto vegetariano preparato e servito dalle suore. I conventi vivono grazie alle donazioni. Molte religiose sono orfane o vengono da famiglie povere che le inviano in questi luoghi per essere educate e poter vivere.  Mandalay ci servirà da base per altre 3 notti, per l’esplorazione dei dintorni.

 

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Crociera sul fiume Irrawaddy

A bordo di una motonave scenderemo lungo il fiume Ayeyarwady, da Mandalay a Bagan. Ci si imbarca con una partenza all’alba per una crociera di circa 8-10 ore…in fondo fino a qualche anno fa era l’unico modo per percorrere la lunga distanza che separa Mandalay da Bagan. Il fiume aveva un ruolo determinante nel trasporto di persone e merci,  erano famosi i lussuosi piroscafi a ruota utilizzati anche dalla famiglia reale inglese per visitare il Paese. Arredamenti in legno di tek, finiture dorate e il sorriso onnipresente del personale, ancora oggi alcune compagnie organizzano crociere di lusso anche se la ruota è sostituita da potenti motori. Non sarà però il nostro caso, noi opteremo per una traversata più easy e informale  con quello che capiterà.

 

For Alexa Luxe Living travel feature for January 2015 - CRUISES - Sanctuary Ananda (Myanmar Burma). Handout but please credit Photo Courtesy Sanctuary Resorts

Piana di Bagan

Ci sono visite al mondo dinanzi alle quali uno si sente fiero di appartenere alla razza umana. Bagan all’alba, è una di queste. Nell’immensa pianura, segnata solo dal baluginare argenteo del grande fiume Irrawaddy, le sagome chiare di centinaia di pagode affiorano lentamente dal buio e dalla nebbia: eleganti, leggere; ognuna come un delicato inno a Buddha. Dall’alto del tempio di Ananda si sentono i galli cantare, i cavalli scalpicciare sulle strade ancora sterrate. È come se una qualche magia avesse fermato questa valle nell’attimo passato della sua grandezza.”
(Tiziano Terzani)

Direi che c’è poco altro da aggiungere: bisogna solo andare e aprire tutti i sensi alla meraviglia.

 

myanmar

Myanmar autentico

Una giornata andremo completamente fuori dalle mete obbligate e dai must to do, abbiamo deciso si prendere una guesthouse, fuori da tutto, che ci permettesse di conoscere una realtà locale, i proventi delle camere vanno a una scuola privata che cura 100 orfani di famiglie povere. Non vedremo monumenti, templi, stupa, Buddha, ma avremo l’opportunità di parlare coi bambini, di vedere contadini, artigiani e povera gente… a pochi giorni dalla partenza ci è appena arrivata l’ultima conferma da loro sulla disponibilità delle camere e qui speriamo di goderci un attimo di autenticità vera di questo paese.

 

Myanmar_bimbo

Ngapali Beach: un po’ di sano relax in spiaggia

Gli ultimi 3 giorni con un volo interno ce ne andiamo sulla costa per un po’ di relax balneare nella baia di Ngapali. Prima di riprendere il tran tran di casa-lavoro-scuola per i prossimi mesi ci sta tutto! Spiagge, palme da cocco, barcaioli, villaggi pescatori e isole coralline. Boungalows, pesce sulla tavola, 30 gradi e un bikini per sollazzarsi un po’…. prima di tornare al lungo inverno italiano con una nuova carica birmana.

 

Ngapali

Ne sono certa: sarà un viaggio per gli occhi, la mente e il cuore!

Non so nemmeno quanto funzionerà il wi-fi negli hotel, quindi vi prego di perdonarmi se sarò incostante nel condividere, potete seguirci con l’hashtag #MYanmar, sulla pagina Facebook di Alla ricerca di Shambala , sul mio profilo Instagram  e ovviamente sui canali di Viaggi e Baci, mentre per tutti i racconti, foto e post, se ne riparla al mio ritorno 🙂 nel frattempo, Buon natale e Buone Feste a tutti, ma proprio tutti!

 

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