Myanmar (Birmania): una mini crociera sul fiume Irrawaddy

Se vogliamo trovare un difetto al Myanmar si potrebbe dire che, effettivamente, dopo un po’ non se ne può più di pagode, paya e stupa conditi in tutte le salse. Per spezzare l’andazzo di questo viaggio, certamente splendido ma un filino monotematico, il fiume Irrawaddy (chiamato anche Ayeyarwaddy) ci ha offerto un’occasione imperdibile. Infatti la crociera fluviale lungo il corso d’acqua più importante della Birmania, un simbolo di questo Paese, è un vero e proprio classico. Secondo voi potevo perdermela?

Da Mandalay a Bagan il mezzo di trasporto principale, più antico, più semplice, più funzionale era uno solo: la barca 🙂 Migliaia di barche di ogni tipo, battelli postali, traghetti statali, barche da crociera, navi cargo, semplici piroghe, il retaggio dell’impero coloniale inglese degli anni ‘20 unito al sapere secolare di un popolo abituato a muoversi sull’acqua. Muoversi in barca ti fa cambiare prospettiva, te la rallenta, ti permette di vedere la vita che si svolge sul fiume e, in un viaggio di continui spostamenti, è perché no anche relax. Non è una crociera di serie B, ma un’alternativa al trasferimento su strada di tutto rispetto.

 

La prima condizione per comprendere un paese straniero, è annusarlo
(Rudyard Kipling)

E navigare lungo questo fiume in effetti ti permette di respirare la sua atmosfera e di percepirla in modo nuovo. Poi certo, visto che a me piace raccontare sempre il bello o il brutto di un’esperienza senza filtri e indorature perché vivo i luoghi da semplice viaggiatrice, vi dico che il paesaggio è molto “flat, non bisogna aspettarsi panorami impressionanti. La chiave interessante è proprio la comunità contadina, i villaggi rurali, le imbarcazioni che si incrociano, le case galleggianti, le centinaia di capanne che si affacciano sul fiume nella foschia dell’alba così come le lussuose navi da crociera e i carichi di prezioso teak 🙂 Un mix davvero unico!

L’Irrawaddy è il principale fiume della Birmania, attraversa il Paese per tutta la sua lunghezza, da nord a sud per sfociare nel mare delle Andamane, oltre 2.000 km con una larghezza di massimo 3 km. In lingua birmana, per la sua imponenza, è chiamato il fiume Elefante. Ai tempi d’oro della colonizzazione gli Inglesi crearono nel 1865 la gloriosa Irrawady Flotilla Company (IFC): i lussuosi piroscafi a ruota, utilizzati anche dalla famiglia reale inglese, per visitare il paese. Preziosi arredamenti in legno, finiture dorate e il sorriso del personale navigante rendevano il viaggio un’esperienza privilegiata. Fasti coloniali riproposti oggi in salsa moderna, con le ruote a vapore sostituite dai potenti motori, i condizionatori in cabina e i prezzi alle stelle.

 

 

Mi concentro su quello che vedo, villaggi rurali che vivono di pesca e di agricoltura, una vita scandita dal lento scorrere dell’Irrawaddy secondo un ritmo che il tempo non ha variato nel corso dei secoli: pare di osservare in segreto, consapevoli spettatori di un mondo ancora originale. Incrociamo chiatte che portano carbone e barche lungo i bordi, legati bambù e teak, sembrano isole galleggianti. Le rive di terra, con una scarpata alta qualche metro che la corrente si mangia a poco a poco, scorrono lente, si lasciano osservare, puoi spiare nelle capanne l’umanità che comincia la sua mattina sul fiume, uguale a tante altre giornate come questa. Qualcuno, dopo aver terminato le abluzioni personali, lava panni o stoviglie, altri raccolgono l’acqua in recipienti di metallo e risalgono la riva, contadini portano i buoi che trascinano i loro carri ad abbeverarsi.

Forse è così che bisognerebbe viaggiare per questo paese, mica coi giorni contati. Con la lentezza della corrente, come inglesi del secolo scorso. Godendosi le acque di questo fiume immenso, con i suoi isoloni di sabbia, la terra mutevole che cambia di anno in anno e ad ogni stagione. Lasciando spazio al puro osservare, senza una meta da raggiungere; ascoltare il brontolare leggero del motore del battello, abbracciare l’orizzonte e di comprenderlo con lo sguardo, senza ragionarci sopra.

Mi sa che Kipling aveva ragione.

 

Consigli utili per fare una crociera sul fiume Irrawaddy

 

  • A meno che non vogliate viaggiare sui battelli fluviali di lusso, in pieno stile Orient-Express, come i favolosi e affascinanti  Pandaw  e Paukan o il Road to Mandalay, per cui serve prenotare con anticipo, potete fare come noi, andare il giorno prima della partenza al molo dove salpano le crociere per Bagan e acquistare in loco i biglietti.
  • Le crociere Mandalay-Bagan partono alle 7:00 di mattina dalla banchina di Mandalay e arrivano circa alle 17:00 del pomeriggio a Bagan.
  • Il nostro battello era decisamente più easy di quelli di lusso, della compagnia MGRG express, navigazione veloce, colazione e e pranzo inclusi, la crociera è durata  in tutto 10 ore, costo a persona della crociera 35 $.
  • Ci sono anche soluzioni molto più low-cost e meno turistiche, ferry locali che prevedono per la stessa tratta una navigazione più lenta e un’immersione nella realtà birmana, di sicuro fascino, ma ovviamente bisogna avere il triplo del tempo a disposizione.

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2 Comments

  1. Ciao Monica, una domanda, ma il traghetto l’hai prenotato lì o già da casa? Perchè il sito è in aggiornamento e non capisco bene…ci sono tutti giorni che tu sappia?

    Reply
    • ciao Alessia, rientrata fresca dal Brasile mi scuso per il ritardo.
      No non ho prenotato da casa e ti sconsiglio di farlo perchè se fai un itinerario articolato per tanti motivi una tappa può slittare, io sono arrivata a Mandalay e la sera prima della partenza mi sono fatta portare al porto dove partono le crociere, ho preso il biglietto per la mattina dopo (partono diverse compagnie e tutti gli hotel le pubblicizzano) e alle 7 del giorno dopo siamo partiti. Non preoccuparti una volta in loco le soluzioni sono molte e non rischi nulla. Monica

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