Il Sentiero dei Ducati: per ricordare bisogna camminare, l’evoluzione da sentiero a cammino

Durante il weekend del 27-29 Settembre 2019 ho partecipato a IT.A.CÀ – Festival italiano del Turismo responsabile, nella tappa di Reggio Emilia (una delle tante previste da Aprile a Novembre, verificate nel programma quali sono le prossime). E’ un invito a scoprire luoghi e culture attraverso itinerari a piedi e a pedali, workshop, seminari, laboratori, mostre, concerti, documentari, libri e degustazioni per lanciare un’idea di turismo etico e rispettoso dell’ambiente e di chi ci vive.

 

 

Il viaggio responsabile, infatti, parte da casa e arriva a casa, una qualsiasi casa, una qualsiasi Itaca da raggiungere, dove più che la meta conta il percorso e il modo in cui ci si mette in cammino.

Il tema cardine di questa edizione 2019 è la “Restanza” intesa come nuova modalità di riscoperta e convivialità sul territorio. Tra le iniziative previste una in particolare ha attirato la mia attenzione, un trekking organizzato in collaborazione con il CAI – Sezione Reggio Emilia  e questo post lo voglio dedicare alle persone che hanno camminato con me durante l’intera giornata, ringraziandoli dal primo all’ultimo, perchè mi hanno permesso di capire il valore di questo progetto.


Il Sentiero dei Ducati oggi

Il Sentiero dei Ducati è oggi uno splendido itinerario transappenninico a tappe e collega la Pianura padana alla costa tirrenica, con due tratte: una tratta nella provincia di Reggio Emilia che risale la valle del fiume Enza da Quattro Castella fino al passo del Lagastrello (circa 100 km fattibili in 7 tappe), e una tratta toscana che scende lungo la valle del Magra e arriva fino a Luni (altre 4 tappe). Percorrerlo è l’opportunità di fare un cammino attraverso vari livelli, dal naturalistico allo storico al geografico. E’ la storia che ha ispirato il percorso attuale perchè il Sentiero segue i confini tra gli antichi Stati Estensi, Parmensi e Toscani ed è di particolare interesse per chi ama unire al piacere della camminata la curiosità per la storia del territorio.

Per ricordare bisogna camminare, prendere uno zaino, infilarsi un paio di scarponcini e andare. Camminare è mettersi in ascolto, scegliamo di andare a piedi sui sentieri per chiederci cosa è capitato in queste terre, per cercare di ascoltare alberi, fiumi, colline, montagne, e capire cosa vogliono ricordarci. Percorrendo questi sentieri, antiche mulattiere, strade selciate, carraie, piccoli borghi, rupi o torri abbandonate, fra anfiteatri di rocce, calanchi ripidi,  dolci pendii si respirano le tracce di storia della nostra Italia e si vedono incredibili panorami intatti, ancora poco conosciuti e lontani mille miglia dal turismo di massa.

Le possibilità sono moltissime, ve ne racconto alcune:

Si può andare nella contea di Matilde

Le terre che furono teatro dell’umiliazione di Canossa sono davvero un piccolo paradiso: strade senza traffico, pendii dolci e dislivelli praticabili da tutti. All’interno di una natura verdissima s’incontrano borghi tipici, antiche pievi e castelli matildici depositari delle vicende storiche che videro protagonista la più grande donna del Medioevo, capace di tenere testa con le armi all’Imperatore Enrico IV. È una parte del territorio reggiano che si è fortunatamente mantenuta distante dalla modernità, abbracciata nella sua integrità solo da quiete e solitudine.

Il Sentiero dei Ducati intreccia una fitta maglia di itinerari possibili: dal Sentiero Matilde a un’infinità di sentieri minori altamente panoramici, tutto l’Appennino reggiano è una splendida terra di confine, da sempre cerniera fisica e culturale tra la valle del Po e l’Italia mediterranea, sede di parchi e aree protette, e il territorio ha saputo mantenere il suo sapore più antico, e al contempo strutturarsi per diventare una palestra a cielo aperto dove praticare le attività più svariate.

Si può visitare il castello di Canossa

Era l’inverno del 1077 quando l’imperatore Enrico IV per ottenere il perdono e la revoca della scomunica da Gregorio VII, attese tre giorni e tre notti sotto la neve e il freddo davanti al portale d’ingresso del Castello di Matilde di Canossa. Matilde, figlia di Bonifacio III, fu una potente feudataria sostenitrice del papato per le lotte alle investiture. Arrivò a dominare tutti i territori a nord dello Stato Pontificio, Toscana compresa. La sua dinastia proveniva dalla Danimarca, era una donna alta, dai capelli rossi, con un gran temperamento, presidiava le battaglie, era molto amata dal popolo per le sue riforme politiche. L’episodio rimase impresso nella storia e “andare a Canossa ancora oggi è un detto comune non solo in Italia, inteso come cospargersi il capo di cenere.

Il Sentiero dei Ducati passa esattamente da qui, del castello restano i ruderi imponenti sulla rupe di arenaria e un museo, ma la posizione e la scala di accesso di 130 gradoni rendono bene l’idea della sua inespugnabilità. E considerate che Canossa è solo uno di una serie di incastellamenti visitabili lungo il sentiero (es. Castello di Bianello , Castello di Rossena ).

Si può andare sui sentieri della Resistenza

Sono tanti i sentieri dei Partigiani del nostro Appennino, e in diversi punti incrociano il Sentiero dei Ducati. Si possono percorrere a piedi i sentieri della memoria, per chiederci cosa è capitato tra questi boschi dal 43 al 25 Aprile 1945 in memoria di chi, nel corso della seconda guerra mondiale, ha combattuto per la giustizia e la libertà. E’ un camminare tra le testimonianze e i luoghi che furono teatro di azioni partigiane o rappresaglie nazifasciste. Ci si può fermare per un momento di silenzio e di rispetto vicino ai luoghi dell’eccidio, per le persone che non sono rimaste solo nomi su croci o ricordi consumati dal tempo.

Arrivano gruppi di turisti della memoria, studiosi ed appassionati, persino ragazzi stranieri dalle scuole tedesche, per documentarsi sul fascismo, sull’occupazione tedesca, sulla Resistenza italiana. Vengono organizzati viaggi studio con un programma che prevede testimonianze partigiane e camminate guidate.

Si possono inseguire i sapori autentici

Un classico è poi la riscoperta dei sapori autentici, ormai una delle chiavi di lettura più gettonate del turismo contemporaneo e un viaggio in queste terre mostra prodotti agroalimentari con una marcata identità geografica. I sapori tipici della contea di Matilde  diventano la chiave di lettura per scoprirne le produzioni peculiari. Un esempio su tutti? Il Parmigiano reggiano, nato in epoca medioevale sotto la Diocesi di Parma, o l’aceto balsamico tradizionale o i salumi o il Lambrusco: lungo il Sentiero basta fermarsi in un agriturismo  per trovarli tutti, insieme ad un’accoglienza autentica e rara.

Si può percorrere tutto in MTB

Se poi preferite le cicloescursioni e siete appassionati di mountain bike (e aggiungo avete gambe allenate), potete passare due giorni in mountain bike percorrendo il Sentiero dei Ducati da Quattro Castella al Passo del Lagastrello attraverso l’Appennino Emiliano. Frequentare la montagna e gli ambienti naturali in MTB è un’ attività, fatta di corpo e mente: pedalare per andare alla scoperta del territorio che ci circonda, dei suoi ambienti, storie, culture, mettendo alla prova le nostre capacità tecniche ed atletiche.

Il Sentiero dei Ducati è fruibile in mountain bike, da semplice bicicletta strutturata per muoversi fuori dalle strade asfaltate, diventa qualcosa di più, un mezzo per vivere il territorio attraverso sport e avventura. Pochi sono gli ingredienti necessari: una bicicletta, un ottimo percorso come questo e soprattutto l’entusiasmo e la voglia di pedalare insieme guidati da affidabili professionisti .


Il Sentiero dei Ducati domani

E domani? E’ esattamente qui che entrano in gioco la “restanza” e il turismo responsabile, intesi come la riscoperta e valorizzazione del territorio diffuso attraverso i valori  promossi dal Festival IT.A.Cà.

  • Sostenibilità ambientale: capacità di valorizzare l’ambiente in quanto “elemento distintivo” del territorio, garantendo la tutela e il rinnovamento delle risorse naturali e del patrimonio
  • Sostenibilità economica: capacità di generare reddito e lavoro per il sostentamento delle popolazioni locali
  • Sostenibilità sociale: capacità di garantire condizioni di benessere umano equamente distribuite per classi e per genere.

Nel rispetto del genius loci, dell’ambiente, delle identità e tradizioni locali, delle comunità, delle microimprese presenti, il Sentiero dei Ducati vuole crescere e diventare domani un Cammino dei Ducati nel senso di diventare non solo un sentiero pienamente fruibile, ma un volano capace di valorizzare le eccellenze di questo territorio, fare rete tra i comuni e tutte le risorse presenti, attrarre con un’offerta turistica attenta alle iniziative di innovazione sociale, alle economie solidali, inclusive e coese.

Per farlo è stato attivato un Gruppo di Lavoro di operatori esperti della Sezione reggiana del CAI, il primo obiettivo è la ricognizione tecnica del percorso storico per individuarne punti critici, attivare un Comitato per il rilancio e la valorizzazione del Sentiero dei Ducati coinvolgendo i Comuni attraversati, il Parco Nazionale dell’Appennino tosco-emiliano e l’Ente Parchi dell’Emilia Centrale. E’ prevista l’identificazione di varianti e bretelle per renderlo percorribile completamente anche a cicloescursionisti, il censimento delle strutture ricettive e di ristorazione in grado di ospitare gruppi o scuole, l’aggiornamento del percorso e tracciatura con moderni sistemi GPS, l’adeguamento della segnaletica. Sarà poi ideato un logo, realizzata una guida escursionistica e dal 2020 un sito internet dedicato.

Una cosa ho capito da questa esperienza: valorizzare un sentiero non è di certo solo questione di natura, geologia, castelli o borghi collegati, trekking o mountain bike. E’ soprattutto la forza di volontà di chi ci vive, ci crede, ci lavora ogni giorno, lo cura ed è capace di trasmetterlo agli altri.

E questo, camminando con loro, l’ho percepito forte e chiaro. Un unico consiglio: scopritelo voi stessi!


Informazioni utili

  • Il Sentiero dei Ducati è un itinerario in 11 tappe fattibili in 9 giorni da Quattro Castella e Canossa a Luni, lungo le valli dell’Enza e del Magra, marcato sul territorio con le tacche biancorosse del CAI e con la segnaletica verticale.
  • È adatto a tutti (difficoltà E – livello escursionistico) ed è possibile percorrerlo sia usufruendo delle presenti strutture ricettive sia percorrendo a distanza di tempo le varie tappe.
  • La partenza è da Quattro Castella. In auto da Reggio Emilia si imbocca la SS 63 sino a Puianello, dove si svolta a destra seguendo l’indicazione per Montecavolo – Quattro Castella. Distanza da RE: 22 km.

Sintesi delle tappe del percorso:

1° tappa: Quattro Castella – Grassano (B&B) : ore 3,00

2° tappa: Grassano – Mulino di Leguigno (agriturismo) : ore 4,20

3° tappa: Mulino di Leguigno – Crognolo (agriturismo) : ore 4,10

4° tappa: Crognolo – Vetto (alberghi) : ore 6,40

5° tappa: Vetto– Camporella (B&B) : ore 6,10

6° tappa: Camporella – Succiso (agriturismo) : ore 4,40

7° tappa: Succiso – Lagastrello : ore 3,20 ( tappe fuori provincia: Lagastrello – Sassalbo : ore 4,00, tot. 7,20)

8° tappa: Sassalbo – Casola : ore 7,30

9° tappa : Casola – Monzone : ore 5,30

10° tappa : Monzone – Fosdinovo : ore 6,00

11° tappa : Fosdinovo – Luni : ore 4,30

Dislivelli totali: + 4295 m, – 3090 m

Tempo totale: ore 29,30


post in collaborazione con IT.A.CÁ Festival del Turismo Responsabile

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2 Comments

  1. vorrei farlo a maggio o giugno deve essere bellissimo

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    • concordo, poi la stagione è perfetta e immergersi nella natura camminando è di questi tempi la soluzione migliore

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