Perù: sorvolare le Linee di Nazca, uno dei più grandi misteri archeologici

Scrivere sulle linee di Nazca è un pò come affrontare un mostro sacro dell’immaginario, il principe degli enigmi e dei misteri archeologici; tutto è stato già scritto e già detto. So solo che nella mente di ogni viaggiatore sorvolare l’arido altopiano di Nazca con un veivolo leggero da pochi posti mette un brivido lungo la schiena; sulla sabbia di quel deserto, in una sperduta regione del Perù su un’area di 520 km quadrati, sono incisi i geoglifi più impressionanti al mondo, patrimonio dell’umanità dal 1994, dei veri quadri disegnati sul terreno, linee grandi e piccole compongono gigantesche figure, visibili nella loro interezza soltanto ad alta quota.

Arrivare in Perù e non salire su quel veivolo è come non mettere la ciliegia sulla torta. Un delitto.

Il sorvolo sulle linee di Nazca

Quindi animo, non fatevi intimidire dal microscopico aeroporto di Nazca in mezzo al nulla, dalla nebbia che periodicamente sale e scende, dai desk delle compagnie peruviane che non rispettano quasi mai gli orari concordati, dai racconti sulla pericolosità e sull’esperienza di volo “per stomaci forti”. Fa parte tutto del prezzo da pagare, oltre a quello economico di cui parleremo dopo. In realtà verificheranno i passaporti, verrete pesati perchè ogni passeggero deve essere posizionato davanti o dietro sulla base di una precisa distribuzione sul veivolo, poi il metal detector verificherà l’assenza di oggetti metallici, quindi attenderete di essere chiamati per nome in una saletta di attesa. Partenza e via senza timori.

Una volta saliti a bordo ogni passeggero ha un posto finestrino, uno dei due piloti vi spiegherà cosa state sorvolando in quel momento. Il volo dura generalmente 20 – 30 minuti e si riescono a visualizzare le 12 figure principali. Esiste anche un volo più lungo di un’ora che permette di osservarne molte più, ma sinceramente le virate continue da Barone Rosso necessarie per far vedere a tutti i disegni, mi hanno convinto che mezz’ora è un ottimo compromesso per evitare nausee e fastidi.

La prima parte del volo è tranquillissima, hai una panoramica completa sul paesaggio della Pampa, i colori bruciati dal sole e l’aridità dei rilievi modellano l’orizzonte, ho il naso attaccato al finestrino e la reflex pronta al mio fianco. Mi è sempre piaciuto volare, con ogni mezzo, la paura non fa parte del mio modo di affrontare il viaggio. Quando si arriva poi alla zona X il discorso cambia, iniziano le virate a destra e sinistra per consentire a tutti di vedere ogni disegno, ma non è molto facile in pochi secondi vederli, la terra è chiara e le linee sono moltissime, serve uno zoom potente per fotografarli e prontezza nell’individuare le figure, io immaginavo disegni enormi ma dall’alto appaiono in scala ridotta.

Chi le ha tracciate, quando, in che modo e perché?

QUANDO – Sull’altopiano sono visibili più di 13.000 linee, pensare che siano state disegnate circa 2000 anni fa dagli Indios Nazca che popolavano l’attuale deserto ha dell’incredibile, rappresentano animali come scimmie, colibrì, ragni e balene. I disegni sarebbero stati fatti semplicemente rimuovendo il pietrisco che copre l’intero altopiano, mettendo in luce il terreno sottostante più chiaro. A mantenerli intatti è stato il clima secco e privo di vento della regione. Tra i più celebri c’è una lucertola lunga più di 180 metri, un condor di 120 mt, un colibrì di 50 mt e un ragno lungo 45 metri. Tutti collegati da linee che sembrano antiche piste di atterraggio di un aeroporto.

Questi geoglifi possono essere definiti la più grande opera grafica del mondo. Le figure zoomorfe (il cane, la scimmia, il ragno, il condor, la balena), così come quelle antropomorfe (teste di uomini, mani) e quelle raffiguranti piante e fiori, sono circondate da un labirinto di forme geometriche di una precisione sconcertante. Il ragno, ad esempio, rappresenta uno dei più rari aracnoidi del mondo, che vive solo nella foresta amazzonica e si riconosce per essere l’unico esemplare ad avere l’organo riproduttivo su una delle zampe, un particolare visibile solo al microscopio. Perché gli Indios Nazca hanno attraversato le Ande, sono penetrati nella foresta amazzonica, hanno scovato uno di questi rarissimi ragni, per poi raffigurarlo qui in un disegno che nessuno poteva vedere dal basso? E che dire dei disegni che raffigurano la balena e la scimmia? Non si può certo dire che siano animali comuni nel Perù.

COME – E poi come li hanno realizzati? Per realizzare un disegno che si estende per 100 metri è indispensabile poter controllare dall’alto le proporzioni di cosa si sta tracciando. Le grandi dimensioni, le perfette proporzioni e le righe straordinariamente diritte, hanno fatto nascere molte congetture sul sistema usato dai Nazca per ottenere simili risultati nell’esecuzione. Le rette possono essere tracciate servendosi di pali di legno allineati o di un reticolato di corde. Un’idea suggestiva è che i Nazca fossero capaci di volare in una sorta di mongolfiera per controllare che i tecnici a terra tracciassero linee diritte e non continuassero a cambiare direzione. Inspiegabili restano poi i disegni zoomorfi o comunque “figurativi”, realizzati con un unico tratto continuo, in un labirinto di arabeschi e con una stilizzazione niente affatto primitiva.

PERCHE’– Infine la domanda più importante, quale è il senso, lo scopo, il motivo per cui sono state realizzate le linee di Nazca. Qui ci sono fior di teorie a partire dal 1927 quando un pilota dell’aviazione stava sorvolando la regione, si accorse delle linee che proseguivano per chilometri, formando veri e propri disegni sul deserto. Da quel momento si sono trasformate in un vero e proprio enigma e il primo archeologo a interessarsene fu il Professor Paul Kosok dell’Università di Long Island che, nel 1939, cominciò a studiare le tracce. Nel 1946, l’archeologa tedesca Maria Reiche, dell’Università di Amburgo, pubblicò il libro The Mystery of the Desert, secondo cui le linee di Nazca venivano usate dai loro costruttori come calendari solari e osservatori per i cicli astronomici.

Le teorie sulla loro formazione sono diverse, quella più affascinante vede protagonisti e autori gli alieni, per anni si è sospettato avessero un significato religioso come sentiero rituale che conduceva a un complesso di templi vicini, poi che fossero  una scrittura cifrata, una sorta di frase in geroglifico che contiene un messaggio preciso, invece ora la teoria più accreditata è derivata dalle immagini satellitari e dalla presenza di puquios (pozzi che pescavano l’acqua nel sottosuolo e la distribuivano nei terreni circostanti, un sistema di ingegneria idraulica arcaica). Si è capito che i Nazca erano in grado di usare i corsi d’acqua sotterranei per avere un sistema di irrigazione, acquedotti, attività agricole trasformando il loro deserto in un gardino. Questa antica ed evoluta civiltà conosceva bene la sua terra e sapeva dove cercare l’elemento decisivo per la sua sopravvivenza, l’acqua.

Informazioni utili

Quanto costa il sorvolo? In linea di massima il volo standard di mezz’ora costa sui 100 euro, comprese le tasse aeroportuali. L’esperienza non è economica per gli standard peruviani, è evidente che è parametrata sul turista straniero, ma vale tutti i soldi spesi e poi volete arrivare fino a qui e non provarla? Quando vi ricapita più!

La compagnia aerea più accreditata? Tra quelle disponibili dicono sia l’Aeroparacas, ma ormai tutte le compagnie aeree sono sicure e da anni non si verificano incidenti, sono monitorate e volano tutte con due piloti e solo con condizioni meteo adeguate.

C’è un altro modo per vedere le linee di Nazca? Sì, se il sorvolo supera il vostro budget o soffrite di vertigini e non ve la sentite c’è un piano B, potete salire in alternativa su una torretta di osservazione. Il mirador si trova sulla Panamericana Sur, prendendo un qualunque autobus o collectivo che va verso Nord, oppure un taxi. Da qui si possono vedere tre figure: la lucertola, l’albero e le mani.


Qui l’itinerario completo di viaggio del Camino Real in Perù e Bolivia 🙂

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