Visitare il Parque Nacional de Jericoacoara in Brasile

E dopo il post dedicato ai 300 km off road in 4×4 per arrivare da Fortaleza a Jericoacoara, ora vi parlo proprio di quest’ultima, cioè di Jericoacoara (o Jeri, come viene affettuosamente chiamata dai suoi frequentatori). Dichiarata dal Washington Post una delle dieci migliori spiagge del mondo e considerata dagli stessi brasiliani la migliore spiaggia del loro Paese, non posso che confermare l’unicità di questo posto. Fino a 20-30 anni fa era un idillio fatto di una natura pazzesca, con un villaggio isolato di pescatori, senza strade, senza elettricità, senza telefoni, senza televisori e forse anche senza denaro. Insomma una Jeri fatta solo di spiagge a perdita d’occhio, di acqua, di palme native e di sabbia dall’accecante color bianco.

Una gemma che non poteva non attirare prima il turismo brasiliano, poi i primi viaggiatori avventurosi, poi piano piano la comunità internazionale. Eppure, nonostante sulla carta gli ingredienti per trasformare Jeri in bruttura stravolta dal turismo di massa ci siano tutti, oggi non ti accorgi quasi del cambiamento: sabbia ovunque, quattro incroci, in spiaggia per lo più turisti brasiliani, qui la vita sembra essere ancora “descanso” (riposo) e pura tranquillità, citando un Grignani d’annata pare la famosa destinazione paradiso. Dove godersi il mare, le dune, le lagune, l’esplorazione, la lontananza da tutto.

La creazione nel 2002 del Parque Nacional de Jericoacoara (6.295 ettari di pura bellezza naturale), le restrizioni sui nuovi immobili, il divieto all’interno del parco di ogni forma di sfruttamento delle risorse naturali, la strada non asfaltata e tutta dossi che lo rende difficilmente accessibile, l’illuminazione delle strade ancora vietata dalla legge locale, il no all’asfalto e al traffico, hanno mantenuto Jeri intatta. Poi certo non si può pretendere l’impossibile, nel tempo coi turisti sono arrivati anche i ristoranti, i caffè sulla spiaggia, i negozi, le pousadas e qualche albergo… ma in fondo niente di stravolgente.

Le parole d’ordine oggi sono le risorse naturali, l’educazione ambientale e l’ecoturismo. Ma vediamo le tante cose che si possono vedere/visitare a Jeri armati solo di acqua-infradito-crema solare e un cappello per proteggersi dal sole. Minimo minimo consiglio di rimanere 3 notti, e ora vi spiego il perché: Jeri è la base per una serie di escursioni in giornata. Basta salire su un dune buggy, il mezzo più adatto per affrontare le piste e le dune del parco. Icona degli anni ’70, telaio del Maggiolino a trazione posteriore, perfetto per raggiungere i luoghi più nascosti, il dune buggy è un mezzo di trasporto molto popolare qui. Da soli non è facilissimo orientarsi né guidare nella sabbia, la cosa più semplice è noleggiare il buggy con autista locale.

Praias  

Una manciata di barchette, le canoas, leggere ed agili, sono considerate al femminile, hanno sempre nomi di donna, di dee, di stelle, di pesci, di uccelli, di fiori. I pescatori sono appena rientrati, ormai in pochi a praticare la pesca artigianale con filo e rete..come ricovero per gli attrezzi, rustiche capanne di paglia a ridosso della spiaggia, resa ancora più immensa dalla bassa marea. Queste spiagge sanno di infinito.

La spiaggia di Jericoacoara è la più vicina al villaggio e di più facile accesso, sabbia e panorama semidesertico, a perdita d’occhio.  Consiglio di vederla sia al mattino con la bassa marea, gli effetti creati dalla sabbia e un filo d’acqua a specchio, sia il pomeriggio con l’alta marea, la spiaggia animata, i baracchini per bere sempre all’opera, e i colori del tramonto.  La spiaggia della Malhada invece è la preferita dai surfisti e si trova sulla strada per la Pietra Forata. Invece l’immensa spiaggia di Preá (da sola è il 33% del parco) ha venti molto forti che soffiano 6 mesi all’anno, per tale motivo è la più frequentata da chi pratica windsurf e kitesurf.

Lagoas 

Impossibile mettere piede a Jericoacoara e non conoscere le lagune della zona, sono le mete più ambite che si trovano ai limiti del deserto. Per raggiungerle è necessario attraversare le dune di sabbia che circondano Jeri e giungere al primo centro abitato prossimo a Jericoacoara, ovvero la cittadina di Jijoca. Le due lagune, una attigua all’altra, sono fatte di dune desertiche che si alternano ad vegetazione tropicale, acque balneabili (calde), scarsa profondità, piccoli punti di ristoro spartani, dove la sosta d’obbligo è in una barraca dove mangiare e bere con tutto in ammollo, sedie, tavoli, piedi, amache. Un film.

La laguna di Jijoca si divide in due: lagoa Paraiso e lagoa Azul. La laguna del Paradiso ha colori più vividi e le amache montate dentro l’acqua per riposare (libidine violenta :-D). La seconda ha cumuli di sabbia e acqua limpida. C’è poi la laguna del Cuore, piccola e poco conosciuta, una specie di invito al silenzio e alla contemplazione.

La laguna di Tatajuba oggi è ideale per provare a fare Kytesurf,anche se Tatajuba ha una sua storia da raccontare, quella di una città sepolta. Negli anni ’70 la sabbia ingoiò piano piano l’intero villaggio, costringendo gli abitanti, mal volentieri, a spostarsi più in là, creare un nuova città, nuove case, nuova chiesa. I più resistenti sopportarono fino all’ultimo granello, spalando la sabbia, dormendo e mangiando con la sabbia in testa. Ora non c’è più nulla, solo montagnette di sabbia compatta con le case intatte, vari metri sotto. Tatajuba è una delle cosidette  vilas volantes, dune mobili, dune fisse, dunas pedrificadas: sabbia  che col passare del tempo diventa pietra, cementata dal sale marino. Toccarla fa una certa impressione.

Mangue Seco e i cavallucci marini

E’ una foresta di mangrovie secca, si raggiunge in un’oretta di sballottamenti sul buggy, l’ atmosfera è quasi irreale in mezzo alle radici degli alberi.  Qui c’è un fiume con un ecosistema unico, ideale per la vita dei cavallucci marini, è il fiume Guriú. Purtroppo le specie di cavallo marino stanno diventando rare nel mondo intero e Jericoacoara ne ha una popolazione bem conservata. Con barche poco profonde proseguiamo sui canali e il nostro pescatore di cavallucci avverte: “Due cose sono fondamentali: mai prendere i cavalli marini con le mani, solo in recipienti trasparenti per poi liberarlo nello stesso luogo dove è stato trovato. E non permettere che i turisti entrino in acqua insieme ai cavallucci marini.”  Messaggio forte e chiaro.

Ne troviamo uno, bello grande, i cavallucci pacificamente sono lì, si cibano di pesciolini, se ne stanno attaccati alle alghe, quasi in superficie, seguendo dolcemente il dondolio dell’acqua, si fanno prendere ed ammirare, ogni tanto dalle loro tana di fango spuntano granchi rosso fuoco, sospettosi ed introversi. E’ una piccola escursione, ma meritevole.

Pedra Furada  

L’obiettivo è un insolito costone di roccia con un arco al centro, ma la Pedra Furada in realtà è una bellissima passeggiata in un luogo che cambia in continuazione, ricco di scogli, sabbia di diverse colorazioni, rocce erose dai venti, irte, acuminate, listate, puntinate, levigate e scolpite dalla forza del vento e del mare. Un paesaggio lunare o da cratere spento, con gradazioni  marroni-rosse-nere. Intanto gli urubus (avvoltoi locali) svolazzano in alto ed in lontananza appare la cartolina di Jeri, la Pedra Furada battuta dalle onde. Da non perdere anche la salita a piedi lungo il Serrote, una collina pietrosa alle spalle che permette di ammirare la baia dall’alto. Un panorama che non si dimentica.

Arvore da Preguiça

Una piccola tappa, ma significativa, è questo Albero della Pigrizia, una scultura del vento e della natura a dimostrazione del fatto che nascere e vivere in mezzo a tanta sabbia si può, basta solo adattarsi. se lo possono fare gli umani, lo può fare anche questo albero, un vero e proprio monumento, tappa obbligata nel passeio di Jeri, dal nome indicativo “Arvore da preguiça“, un esempio di sopravvivenza, un monito in un ambiente a dir poco ostile, sabbia, sole accecante e vento forte, per non spezzarsi bisogna piegarsi…altro che pigrizia.

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Duna do Pôr do Sol e il rito del tramonto

La spiaggia di Jeri prevede un rito nel tardo pomeriggio, tutti a vedere il tramonto sulla Duna do Pôr do Sol. Alta un 30 mt e molto frequentata, da lassù è possibile osservare il sole che si appoggia sul mare, spettacolo in teoria suggestivo (peccato per la marea di selfomani che rovinano il momento). Concluso il rito sorseggiando una caipirinha o un’agua di coco, tutti giù dalla duna, qualcuno ne approfitta per scendere praticando sandboard, slittando dall’alto con una tavola, i più scendono dalla parte ripida affondando le gambe nella sabbia, me compresa.

Passeio a Cavalo

Per chi ama l’equitazione Jeri è il posto giusto, si passeggia sulla spiaggia e si sperimenta la bellezza del luogo nel contatto con la natura e con un senso di libertà unici. Di solito si va alla Pietra Forada o dalla spiaggia ai laghi, si galoppa tra sabbia, campi, dune, spiagge immense, colline, laghi, famiglie di uccelli e acque verdi …il panorama di certo qui non manca.

Consigli utili

  • In Jericoacoara non ci sono marciapiedi o strade pavimentate, le vie sono tutte di sabbia; non ci sono banche o bancomat. Lo sportello bancario più vicino è a  Jijoca dove é possibile fare prelievi internazionali. Tuttavia, la maggior parte delle pousade, ristoranti e negozi accettano carte di credito e in caso de necessità , esiste anche un supermercato che offre il servizio di cambio denaro;
  • L’energia in Jericoacoara é 220 v;
  • Internet funziona in tutto il paese attraverso  sistema wireless, nella pousade di solito è un po’ ballerino ma gratuito;
  • In  Jericoacoara non è possibile noleggiare auto, tutti i tour sono realizzati con l’autista e solitamente sono  programmati dagli alberghi o agenzie turistiche locali;
  • A Jericoacoara é vietato ai turisti circolare con i propri veicoli. Le persone che viaggiano con i le proprie macchine, dovranno obbligatoriamente lasciarle nel parcheggio all’ingresso del paese, il parcheggio stesso mette a disposizione il  trasporto gratuito  da e per  le varie sistemazioni;
  • Jeri è la località balneare del Nord-Est brasiliano più strutturata, ha ristoranti, caffè, vita notturna, opzioni di alloggio in piccole pousadas e hotels vicino alla spiaggia centrale di Jericoacoara e altre situate più lontane dal mare, con buoni servizi e molta più tranquillità. Se passate da queste parti vi consiglio un “posticino giusto”, la Pousada Peixe d’Ouro di Gianni e Mary , una coppia di italiani venuta qui a Jeri 30 anni fa, innamorata persa, tornata tante volte finchè 16 anni fa hanno deciso il grande passo, aprire qui una loro attività, una pousada curata e accogliente, di quelle dove ti senti a casa e vorresti solo rimanere a lungo.

jeri-pousada-peixe-douro

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4 Comments

  1. Che magnifiche foto 🙂 mi hai fatto viaggiare con te, grazie 🙂

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    • Grazie Vale e quest’anno mi sono dovuta arrangiare su tutto (di solito il fotografo ufficiale è mio marito, ma non c’era), in pratica avevo tre mani: in una reflex, l’altra cellulare, l’altra taccuino 🙂

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  2. Abbiamo fatto un viaggio strepito quest’anno!!! 😉

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    • Hai ragione, per assurdo me ne rendo conto più ora riguardando le mille foto fatte, che quando ero lì col sole accecante e il vento a manetta sempre, in mezzo agli sballottamenti continui. Ora ci ripenso e mi sembra impossibile. Baci

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  1. Brasile: Caburè - Barreinhas sul Rio Preguiças | Alla Ricerca Di Shambala - […] se Caburè è oggi come era una volta Jericoacoara, spartano, quasi metafisico, senza niente, nemmeno la luce elettrica, mentre…

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