Un Viaggio Fantasy (#unviaggiofantasy)

Un Viaggio Fantasy (#unviaggiofantasy)

Vi ricordate la mia iniziativa dell’anno scorso intitolata Un Viaggio Vintage (#unviaggiovintage)? Ecco, è stata la mia prima e unica iniziativa proposta ai miei lettori. Temevo non partecipasse nessuno, e invece mi avete sommerso di post sorprendendomi davvero tanto. Ancora adesso, a distanza di un anno, qualcuno si ricorda e partecipa. Per me una bellissima dimostrazione d’affetto. Allora mi sono detta: “perché non riprovarci?” Una volta l’anno non stresso di sicuro. Dal passato è ora di proiettarsi sul futuro, ma mica un futuro reale, anonimo e abbordabile, no no… Troppo semplice, è qui che sta il bello cari! Altrimenti non l’avrei chiamato Un Viaggio Fantasy e non avrei inventato l’hashtag #unviaggiofantasy.     Come diceva qualcuno prima di me “se bisogna sognare meglio farlo in grande” e allora ho pensato: chiudete gli occhi, resettate tutti i vincoli reali, niente più portafoglio che piange, anzi una fisarmonica a disposizione, niente più ferie risicate e problemi lavorativi, siete liberi di andare/tornare quando volete, niente più battibecchi col compagno/marito (se ce l’avete e ogni volta è un ring per decidere dove andare perché, a meno di rarissime eccezioni, è matematico che non si è mai d’accordo), in pratica lui annuirà felice e si fionderà a comprare i voli aerei, niente più vincoli scolastici dei bimbi e maestre che vi guardano storto se vai via più di un weekend, pregooooo, più giorni fai meglio è, niente più genitori anziani da monitorare e aiutare quando hanno problemi di salute, tutti arzilli e sanissimi. Nessun problema, nessun vincolo, e un mondo senza pericoli per i viaggiatori (di questi tempi ipotesi veramente fantasy).     Per il travel addicted una manna,...
Myanmar (Birmania): Mingun, Sagaing, Inwa e Amarapura, le 4 capitali nei dintorni di Mandalay

Myanmar (Birmania): Mingun, Sagaing, Inwa e Amarapura, le 4 capitali nei dintorni di Mandalay

Prima di partire per il Myanmar, avevo sentito dire da altri viaggiatori che Mingun, Sagaing, Inwa e Amarapura, ovvero le 4 capitali storiche della Birmania che si trovano nei dintorni di Mandalay, erano meglio di quest’ultima e più gettonata città (anch’essa una ex capitale, per la precisione l’ultima prima dell’occupazione britannica). Sarò sincera: venendo dalla tranquillità del lago Inle e delle colline intorno a Pindaya, Mandalay col suo traffico, il suo smog e la sua moderna impronta cinese, a pelle non mi ha entusiasmato molto. Così, avendo due giorni a disposizione, mi sono lasciata guidare dall’istinto e ho scelto di approfondire la conoscenza delle 4 capitali storiche nelle sue vicinanze. E, si sa, l’istinto è spesso una buona guida. Il regno di Mandalay possedeva una caratteristica: i sovrani avevano la passione di spostare continuamente la capitale. Era un modo per lasciare la loro impronta duratura. Fatto sta che la campagna attorno a Mandalay visse secoli di febbrile attività. I palazzi dei sovrani scomparivano rapidamente, perchè costruiti di legno. Gli edifici religiosi invece, costruiti in pietra e mattoni, rimasero. Sagaing, Inwa, Mingun e Amarapura si contesero il primato per quattro secoli, finche’ gli inglesi posero fine alle lotte interne. Fatto sta che a due passi da Mandalay ci sono dei veri spettacoli, avvolti in pascoli e campi di riso, tutti collegati dal fiume Irrawaddy. Raggiungibili in giornata in battello, con un’auto o prendendo un taxi-giornaliero. O per chi vuole una vera immersione local consiglio di provare il tuk-tuk, gli autobus birmani che sono delle semplici camionette con due assi di legno a mo’ di sedili, di solito stipate di genti e bagagli, tanto all’interno quanto...
Mantova insolita: il Parco dell’Arte

Mantova insolita: il Parco dell’Arte

Come molti di voi sapranno Mantova è la Capitale Italiana della Cultura 2016 . Se intendete visitare la città dei Gonzaga in questa occasione, e se volete uscire dai classici itinerari del centro storico, a due passi dal centro storico c’è una Mantova insolita, naturalistica, artistica, ecologica e paesaggistica, che vi consiglio vivamente di esplorare. Da più di un anno abito qui e ho inserito nel blog una sezione dedicata al mio luogo di residenza attuale, che ho chiamato Mantua Local. Solo da pochi giorni ho scoperto una magnifica galleria en plein air dedicata alla scultura contemporanea, un angolo di natura da non perdere e da godersi a piedi o in bicicletta. Sto parlando del Parco dell’Arte, creato nel 2013 sulla sponda nord-est del Lago di Mezzo per iniziativa di Mantova Creativa, in collaborazione con l’Ente Parco del Mincio, il Comune di Mantova e la società Tea spa.   Cos’è il Parco dell’Arte? Il Parco dell’Arte è un’esposizione di sculture all’aperto che si trova a due passi dal centro storico di Mantova. È un progetto di valorizzazione dell’arte contemporanea che usa un concetto nuovo: è un percorso creato nel rispetto dei vincoli ambientali all’interno di un’area naturalistica a nord del lago di Mezzo, caratterizzata da sentieri, radure e vegetazione lacustre. L’arte non è chiusa all’interno di un museo ma è libera, a disposizione di tutti, in mezzo alla natura. Con 23 opere di artisti di fama internazionale ( ma ne saranno installate altre 5) si cerca di far capire, attraverso l’arte, il valore della natura in modo sostenibile. Come afferma un esponente giapponese della Land Art: “Un’opera d’arte assomiglia ad una lente di ingrandimento, è qualcosa che ti permette di vedere quello che non avevi mai visto:...
Myanmar (Birmania): Sagaing, tutti i colori dell’alba e la Aung Myae Oo Foundation

Myanmar (Birmania): Sagaing, tutti i colori dell’alba e la Aung Myae Oo Foundation

Sagaing è il cuore religioso del Myanmar. Questa è una collina sacra davvero speciale, con pagode, monasteri, centri di meditazione e di studio buddisti che guardano dall’alto il fiume Irrawaddy (o Ayeyarwady). Sagaing è patria di circa 3000 regligiosi buddhisti, monaci in abiti color zafferano e monache in abiti rosa rosa. A volte le tonache sono gialle e arancioni, quindi in pratica qui si vedono tutti i colori dell’alba. A Sagaing vi sono anche centinaia di bambini, bambine, ragazzi e ragazze che frequentano le scuole monastiche. In Birmania le scuole monastiche hanno un ruolo fondamentale, perché offrono opportunità di accesso all’educazione a giovani provenienti da famiglie disagiate, come accade nella Aung Myae Oo Fundation. Le scuole monastiche sono riconosciute dallo Stato all’interno del sistema educativo e seguono il programma di studi statale. Tuttavia non ricevono alcun finanziamento pubblico, e devono quindi sopravvivere con le offerte che riescono a raccogliere tra i privati e con i fondi di ONG. Aggiungo una micro-parentesi giusto per capire qualcosa in più: i monaci in Myanmar hanno avuto e hanno un ruolo di assoluto rilievo sociale e politico, già ai tempi del colonialismo britannico. Nel 1990, come forma di protesta, smisero di accettare elemosine dai militari, e nel 2007 diedero inizio alla cosiddetta Rivoluzione Zafferano, movimento antigovernativo di resistenza non violenta che è stato brutalmente represso. Tuttora monasteri e monaci continuano ad avere un ruolo determinante nell’istruzione di bambini orfani o comunque bisognosi.     Ogni birmano fa in genere almeno una volta nella vita un’esperienza monacale. Si tratta di un periodo di noviziato in monastero, da svolgere una volta compiuti i sette anni e prima dei vent’anni. È un impegno e un orgoglio per...
Myanmar (Birmania): Pindaya Caves, tra migliaia di statue e sorrisi del Buddha

Myanmar (Birmania): Pindaya Caves, tra migliaia di statue e sorrisi del Buddha

Prima di tutto vorrei precisare che a Pindaya, nello Stato Shan in Myanmar, non ci sono solo le Pindaya Caves, ovvero le famose grotte contenenti migliaia di statue del Buddha. La parte più bella secondo me sono i suoi dintorni e la strada per arrivarci: dal lago Inle a Pindaya si attraversa infatti una delle maggiori aree agricole della Birmania. Qui ci si trova immersi in un paesaggio dolcissimo fatto di colline e ordinati campi rettangolari, colorato in varie sfumature di verde, marrone e ocra a seconda che vi si coltivino arance, patate, aglio, lenticchie, cavolfiori o verze. Poi incontri la gente comune: contadini in groppa a bufali dalle corna lunate, lavoratori nei campi, venditori accanto ai sacchi di riso ed alle ceste di verdura. Tutti lavorano con calma, ripetendo i gesti di una manualità esperta, solo apparentemente semplice.     Ci avviciniamo a un lago, due donne intente a lavare i panni con vigore, altre in lontananza strappano erbe a mano dai campi per ripulire il suolo, due bimbi più grandi e una bambina piccolissima, seduta su una gradinata sulla riva: avrà all’incirca un anno, ma ti guarda alzando la testa seria e sicura, con attenzione e tenerezza. E quella scena mi fa credere a una Birmania ancora autentica, soprattutto nelle zone rurali. È vero che si vede la grande fatica fisica del lavorare in queste condizioni: ma è forse più umano lavorare ancorati a una scrivania, chiusi tra le quattro mura di un ufficio, e passare ore in auto durante i nostri spostamenti quotidiani? Non credo.     Poi si arriva finalmente alle Pindaya Caves e alla Shwe Oo Min Pagoda, l’unica parte di grotte (sono...

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