Le Grotte di Frasassi: una cattedrale sotterranea nelle Marche

Le Grotte di Frasassi: una cattedrale sotterranea nelle Marche

L’anno scorso per qualche mese abbiamo abitato nelle Marche e devo ammettere che è stata un’esperienza fugace, ma piena di spunti. Ricordo bene il nostro arrivo estivo, i corridoi di oleandri che più scendi più colorano di rosa la strada, la dolcezza dei colli da una parte e l’azzurro intenso del mare dall’altra, e poi la punta anconetana, il Conero, il profilo del santuario di Loreto e via a scendere nelle terre del Piceno fino quasi al confine con l’Abruzzo, la nostra casa sul mare (almeno per un po’). Nelle Marche puoi sorprenderti ancora. E una di queste sorprese ce l’ha regalata il mondo sotterraneo delle Grotte di Frasassi. Cattedrale nel ventre della terra, natura che si fa scultura, bizzarrie di carbonato di calcio, ossido di ferro e magnesio che in migliaia di anni, con microscopiche goccioline ricche di minerali, hanno creato forme incredibili. Entriamo nella prima grotta, immensa, 200 mt di altezza x 200 di larghezza… e la nana rompe il silenzio stupito del gruppo e spara uno UAUUUUUUUU!!! che riecheggia e fa sorridere tutti. E’ camminare su un pianeta diverso, un pianeta carsico sotterraneo fatto di stalattiti, stalagmiti, lamine, piccoli laghi, arabeschi di cristallo e calcite, un mondo rovesciato e nascosto, dove il silenzio è rotto solo dallo stillicidio dell’acqua. E’ suggestione, è roccia viva che evolve. Le passerelle e la guida ci conducono lungo 1.5 km tra l’Abisso Ancona, la Sala dei Duecento, il Gran Canyon, la Sala delle Candeline, quella Bianca, quella dell’Orso e dell’Infinito. Due cose impressionano: una volta entrati si perde completamente la misura, la distanza, il senso delle proporzioni…tutto appare inferiore a...
Venezia day & night: galleria fotografica

Venezia day & night: galleria fotografica

Venezia è il classico dei classici, ed è per questo che le parole rischiano sempre di essere già dette e leggere come le gondole che silenziose ne solcano i canali, col rischio di essere banali, sempre. Per questo preferisco abbinare questa Venezia che è stata protagonista di un nostro weekend un pò speciale… il primo in due dopo 5 anni da che è nata nostra figlia … al contrasto tra le immagini fatte di giorno sul Canal Grande e sulla laguna, in mezzo al fiume di turisti che si godevano il primo vero sole e caldo primaverile, e quelle notturne fatte nelle calli più defilate, nei campi avvolti solo dal rumore della notte e dai nostri passi. Puro fascino. Venice by day Venice by...
Invasioni digitali 2013 a Vicenza

Invasioni digitali 2013 a Vicenza

Lo ammetto, non sapevo nulla delle Invasioni Digitali 2013 fino a una settimana fa. Ringrazio moltissimo Monica del blog Tips 4 Italian Trips per avermi illuminato e coinvolto in questa rete di mini-eventi spalmata su tutto il territorio italiano e davvero innovativa.  “Dopo il grand tour ci siamo noi” è l’header geniale della pagina FB delle Invasioni Digitali . Il gran tour è stato il precursore del gap year, un rito di passaggio, un lungo viaggio della gioventù dorata del XVIII sec per vedere il mondo prima di diventare adulti. Veniva fatto per conoscere l’arte e la musica, le tracce dell’antichità. La meta più ambita era ovviamente l’Italia, Venezia, Roma, Firenze, Bologna, Napoli. Il viaggio acquistava valore, per accrescere la propria cultura e per il piacere dell’evasione. E oggi? il manifesto delle Invasioni Digitali parla chiaro: “L’Italia è il primo paese al mondo per turismo e cultura. Il nostro immenso patrimonio artistico costituito da oltre 6000 musei e siti culturali rappresenta la più grande risorsa del paese. Perché questo patrimonio possa esprimere le sue potenzialità occorre intraprendere la strada dell’innovazione… L’accelerazione della rivoluzione digitale può contribuire in maniera esponenziale allo svecchiamento delle istituzioni culturali e favorire una concezione “aperta e diffusa” del patrimonio culturale.” E’ un’idea semplicissima di Fabrizio Todisco e della Rete di Travel Bloggers Italiani, la multimedialità applicata ai beni culturali. Basta con le regole ingessate e i divieti di fotografare, e sì alla partecipazione condivisa e alla comunicazione digitale attraverso tutti i canali social. Porte aperte quindi a blogger, fotografi, instagramer e chiunque sia attivo sui social media….il gabbione digitale verrà aperto e invaderà i nostri amati...
Lago di Garda: Aqualux, il paradiso del wellness a Bardolino

Lago di Garda: Aqualux, il paradiso del wellness a Bardolino

Ora vi racconto cosa abbiamo combinato durante il weekend di Pasqua. Poco tempo a disposizione, ben due programmi saltati per meteo avverso (ma la primavera dov’è??? questa sconosciuta), poca voglia di fare troppi km per poi prender pioggia… E allora che si fa? In questi casi c’è un’ottima soluzione per tutta la famiglia, bambini in primis. Il famoso piano B contro tutte le intemperie, le TERME. Si va su booking.com, si guardano le disponibilità dell’ultimo minuto, e si scopre magari che c’è un’offerta stracciata per un hotel termale avvenieristico aperto l’anno scorso sul lago di Garda, a Bardolino, una specie di paradiso del wellness che si chiama Acqualux… ero indecisa se mettere il nome o no, perché nessuno mi sponsorizza, ci siamo pagati il nostro weekend e non mi interessa proprio fare pubblicità a nessuno. Solo per darvi una dritta! E’ la prima struttura non situata in Alto Adige ad aver ottenuto la certificazione Clima Hotel che attesta la sua anima eco, costruita con materiali bio-compatibili e con un’ossatura “100% green” in legno, l’impiego di energie rinnovabili, l’uso della geotermia per un riscaldamento e raffreddamento naturale e non indotto, e tanti accorgimenti per minimizzare l’impatto ambientale, integrarsi col territorio ed essere ecosostenibile dai software gestionali che controllano il risparmio energetico idrico all’insonorizzazione naturale certificata. Sarà che nel mio background da architetto c’è stata anche una breve parentesi da certificatore energetico e di progettazione sostenibile….ma la cosa mi incuriosisce mica poco. Quindi partiamo, accappatoi, costumino e ciabatte, e viaaaaa sul lago di Garda pronti a tuffarci in questa oasi wellness. E qui all’ AquaExperience non si scherza. Intorno a un’immensa corte...
Isole Eolie: Stromboli e “Iddu”

Isole Eolie: Stromboli e “Iddu”

Già vedere il profilo di Stromboli dal mare è stata per me un’esperienza, non è affatto un’isola come le altre, è un vulcano in mezzo al mare. Gli isolani lo chiamano “Iddu”, occupa quasi tutta l’isola per 900 mt ed è sempre presente, perché è attivo. E’ impossibile ignorarlo, il vulcano respira, con pennacchi di fumo, crateri, bocche di fuoco, lapilli, sabbia lavica e odore di zolfo. Benvenuti a Stromboli. Il vulcano non vi permetterà mai, per tutto il tempo che resterete, di dimenticarvi di lui. Niente a che vedere con la vicina e mondana Panarea, niente passerelle, lettini e sofà, resort ben frequentati e mondanità, qui la semplicità è d’obbligo, è un’isola primitiva e riservata, non è un luogo comodo, si cammina a piedi o in bici, alla sera le stradine sono buie, la natura è padrona all’ombra di Iddu. Un paesaggio aspro e gentile al tempo con oleandri bianchi e rosa che si mischiano a ginestre, mirti, palme e fichi d’India. Approdiamo al porto con l’aliscafo, sentiamo nell’aria un profumo di mare e fiori che si mescola all’odore della lava e saliamo su una delle Api che possono circolare sull’isola perchè le vie sono strette e impraticabili. E  arriviamo alla nostra casetta, un cubo bianco tipico eoliano che si sviluppa in orizzontale con un grande patio esterno e un ottimo traliccio di canne sotto cui oziare. Dopo la nostra casa solo il vulcano… inutile negare una certa inquietudine 🙂 I modi per vivere il vulcano sono molti e diversi: lo si può osservare più da lontano o da vicino, in barca o camminando e persino cenando al...
Liguria tra poesia e musica

Liguria tra poesia e musica

Guest post di Cristina Crovetto pic credit @uniterinsieme Liguria, il mio primo pensiero va ai banchi di scuola, quando Padre Carlo al Collegio Emiliani di Nervi ci fece studiare una poesia di Eugenio Montale: Meriggiare pallido e assorto presso un rovente muro d’orto, ascoltare tra i pruni e gli sterpi schiocchi di merli, frusci di serpi … L’estate in Liguria è proprio così, infiammata. Ricordo dei pomeriggi estivi della mia infanzia caldi e assolati in cui tutto pareva immobile e sospeso, per effetto della calura e della luce accecante la vita sembrava fermarsi, tutto si muoveva a fatica, lentamente. Ci sono pomeriggi in Liguria in cui il sole è una luce fortissima, abbagliante e non ti permette di vedere nulla e il caldo è umido e soffocante come in Africa. Quella che Paolo Conte canta usando il termine genovese di macaia. Come molte parole del dialetto ligure ha probabilmente origine araba e indica le giornate di scirocco, quando il cielo è coperto e il tasso di umidità è altissimo. Il termine ha assunto nel tempo un significato metaforico indicando uno stato d’animo melanconico e cupo. …Macaia, scimmia di luce e di follia, foschia, pesci, Africa, sonno, nausea, fantasia. La terra aspra, selvaggia, spettinata dal vento, è così il paesaggio Ligure, dalle Cinque Terre a Ventimiglia, si estende arido e scarno, imprigionato tra le colline e il mare. E’ un paesaggio che non comunica con l’uomo, non è fatto per l’uomo, ricorda l’indole dei liguri: introversi, schivi, gente di mare, di poche parole, che con fatica  hanno saputo lavorare quelle terre difficili e scoscese in terrazze di uliveti e vigneti....

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