Il triangolo del tufo in Maremma: Pitigliano, Sovana, Sorano

Se cercate un angolo di Toscana capace di farvi respirare la storia e lasciarvi a bocca aperta, andate in Maremma. Poco distante dal litorale grossetano c’è una terra salvata dal cemento, dall’inquinamento e dall’edilizia, un pezzo di mondo selvaggio, fatto di grandi spazi, mandrie allo stato brado, baie solitarie, boschi dove si nascondono volpi e cinghiali. Un luogo protetto di riserve naturali, quasi dimenticato dagli uomini, che nei secoli sono andati ad abitare qualche chilometro più in là, nei borghi medievali disseminati sulle colline.

Sono le città del tufo, delle vere e proprie “chicche” per chi ha voglia di scoprire angoli meno turistici e addentrasi nel verde dell’entroterra maremmano. Così incredibili da non sembrare possibili: emergono dalle rocce come sculture, dominano le valli, molte si scoprono solo a piedi tra vicoli e grotte. La roccia tufacea è l’elemento cardine, gli speroni di tufo sono la materia su cui e con cui sono state costruite le case addossate le une alle altre, loro sembrano essere una naturale evoluzione architettonica degli speroni sottostanti. Fin dalla preistoria il tufo ha permesso di sfruttare e modellare il territorio edificando necropoli, tagliando la roccia per costruire le vie di comunicazione, scavandola per creare tombe, colombari, abitazioni.

Queste erano le antiche terre degli Etruschi, sede di tombe importanti come l’Ildebranda e delle suggestive Vie Cave, canaloni scavati nel tufo usati come strade, che oggi formano dei canyon percorribili a cavallo e a piedi. A tutto questo si aggiungono le fortificazioni di epoca medioevale, la natura incontaminata e la presenza di acque termali (le Terme di Saturnia e le Cascate naturali del Mulino a Manciano non distano molto); insomma la zona dei borghi del Tufo sembra piccola, ma ha un insieme di tesori incredibile!  Ma veniamo al Triangolo del tufo: tre borghi di carattere, ognuno con la sua atmosfera differente, visitabili in un solo giorno se volete una giornata intensa con sveglia molto mattiniera, altrimenti un weekend più slow abbinabile alle vicine terme di Saturnia è il top dell’organizzazione. Tra caverne, case-torri, vicoli, angoli fioriti, scalinate, rocche, scenari fuori dal tempo, tradizioni, buon cibo e ammolli vaporosi da manuale  😉

Pitigliano, la piccola Gerusalemme

Pitigliano incanta già da lontano, prima ancora di raggiungerla: una serie di curve sulla SS74 sbucano all’improvviso su un belvedere ad hoc (abbiate la prontezza di fermarvi), lei è lì sospesa su un promontorio a strapiombo, circondata dai boschi. E la cartolina diventa ancor più incredibile al tramonto, scenografia pura. Le sue case emergono dalla rupe tufacea senza soluzione di continuità, e di notte con le luci che illuminano dal basso, il borgo sembra fluttuare nel vuoto. Edifici color ocra che sembrano scolpiti, e tutt’intorno l’aspra solitudine della Maremma interna, fatta di macchia e vigneti

Monumenti rinascimentali si innestano sull’impianto medievale del borgo, sulle cantine scavate nel tufo spesso ricavate da antiche tombe etrusche, e un’atmosfera autentica si respira nelle vie del centro: Pitigliano non è omologata, dove tutto è a misura di turista, è reale, è un centro storico che sa accogliere, quotidianamente vissuto dai suoi abitanti. Sopravvivono le antiche botteghe artigianali: il calzolaio che ripara le scarpe con gli arnesi di una volta, il barbiere dal quale si va a discutere sui risultati delle partite di calcio, le massaie che sull’uscio di casa, l’artigiano che realizza manufatti, gli artisti che colorano le vie di questo piccolo borgo. La storia è impressa nei nomi delle vie e nei palazzi storici; penso all’Acquedotto Mediceo, al Palazzo Orsini e penso soprattutto a quel meraviglioso esempio di tolleranza e integrazione tra la comunità cristiana e quella ebraica del ghetto, che qui trovò la sua Piccola Gerusalemme, una terra di rifugio dove la Cattedrale  e la Sinagoga furono capaci di convivere  a partire dal 1400. Fino a quando la gente di Pitigliano rischiò la vita per nascondere e salvare gli ebrei durante la seconda guerra mondiale. Del ghetto ebraico è possibile ancora visitare la sinagoga, il cimitero ebraico, la macelleria, il forno, la tintoria e la cantina kosher; ma ricordatevi che il sabato le visite sono chiuse in quanto giorno di riposo per gli ebrei.

Sovana, la Suana degli Etruschi

Sovana è un molto più piccola, un micro-borgo medievale in un territorio ondulato inciso da gole profonde, anche lei appartenente ai Borghi più belli d’Italia. Poche vie acciottolate conducono dalla Rocca Aldobrandesca, alla piazza del Pretorio con l’originale pavimentazione a spina di pesce ed infine il duomo, esempio imponente e austero di romanico-gotico. E’ una bomboniera, una piazza accogliente, la Torre dell’Architetto (XII-XIII sec.) con l’antico orologio azionato da un sistema di pesi bilanciati, il Palazzo Pretorio, con la loggia decorata con gli stemmi dei casati; con la Chiesa di Santa Maria (XII-XIII secolo) dove uno splendido ciborio preromanico in travertino, unico in Toscana.

Eppure Sovana non si è fatta mancare nulla, ha perfino dato i natali ad un Papa… il riformatore Gregorio VII 😀   Poi è conosciuta per il Parco archeologico , per le necropoli etrusche e le tombe, monumenti scavati nel tufo risalenti al periodo tra il VII e I secolo a.C.: la Tomba del Sileno, la Tomba Ildebranda, la Tomba del Tifone, la Tomba Pisa, la Tomba dei Demoni Alati. Spuntano tra le rocce coperte di muschio, prendono il nome da figure mitologiche dipinte nelle camere o scolpite negli architravi, si riconoscono figure di dei, sirene e tifoni. E dal piccolo borgo di Sovana parte una maglia di sentieri, sono le misteriose Vie Cave, gigantesche strade di collegamento scavate nel tufo che collegano tutta l’area delle necropoli e servivano anche per ragioni difensive: il nemico che si fosse avventurato nei canyon di tufo non poteva difendersi dagli attacchi provenienti dall’alto, obbligati a procedere avanti circondati dalle pareti a strapiombo, umide e odoranti di muschio dove talvolta per la vegetazione è negata la vista del sole.

Sorano, la Matera maremmana

Da Sovana, si giunge in 15 minuti a Sorano lungo la provinciale SP22. E’ la più antica delle tre città del Tufo, un nido d’aquila arroccato su un alto sperone, inciso da forre e burroni, a picco sul fiume Lente e dedicata all’antico dio Suri. E’ un dedalo medievale di vicoli, cortili, archetti, scale esterne, logge e cantine dove in passato venivano eseguite le varie fasi della vendemmia. Oggi quasi tutte sono utilizzate dai proprietari, solo alcune sono state rese fruibili. Nella visita al paese sarete accompagnati dagli storici abitanti del borgo, solo gatti che incontrerete in ogni angolo, e fate attenzione alle porte delle case: sembra non ce ne siano due uguali, tutte particolari e bellissime.

L’aspetto è quello di un paese quasi abbandonato: l’erosione progressiva del tufo, gli smottamenti e le frane hanno indotto gli abitanti a lasciare le case-torri medievali, i saliscendi, i vicoli tortuosi, le logge aperte sugli strapiombi. Il centro storico è dominato dalla Fortezza Orsini e Sorano è una delle poche città della Maremma che non sono mai state invase, proprio grazie a questa fortezza e al labirinto dei suoi tunnel sotterranei; se siete appassionati di storia militare è da visitare, un insieme di edifici collegati fra loro e da camminamenti sotterranei che permettevano ai soldati di spostarsi velocemente. Un vero saggio di trucchi dell’ingegneria bellica, come i canali che permettevano la fuoriuscita dei fumi tossici della polvere da sparo o quelle dei  fori  per amplificare la voce ed avvertire in caso di pericolo. .


Consigli utili

come muoversi: essendo priva di linee ferroviarie e con scarsi collegamenti via autobus, il modo migliore per esplorare questa parte di Maremma è con l’automobile. E venite in tutta tranquillità perché questo angolo della Toscana meridionale è con pochissimo traffico.

come arrivare a Pitigliano: da Grosseto prendere la SS1 Aurelia in direzione Roma, attraversare Albinia e proseguire sulla SS74 per Pitigliano.

come arrivare a Sorano: da Grosseto proseguire per la SS 322 per circa 20 km fino a Scansano, quindi prendere la SS 323 per altri 20 km e quindi prendere la Strada provinciale 10 per circa 1 km. Girare poi a destra, proseguire per la Strada Statale Maremmana per 6.5 km.

come arrivare a Sovana: da Grosseto proseguire per la S.s. 322 per circa 20 km fino a Scansano, quindi prendere la SS 323 per altri 20 km e quindi prendere la provinciale 10 per circa 1 km. Girare poi a destra, proseguire per la Strada Statale Maremmana per 6.5 km.

NB. se volete godere della luce e dei colori migliori, il “tour fotografico”  logisticamente più sensato è Sorano-Sovana-Pitigliano … fino al tramonto sarà un crescendo  😀 e per finire godetevi lo spettacolo di Pitigliano by-night.

 

Potrebbero interessarti anche...

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Contact Us