Santo Amaro: il Brasile del Nord-Est che non ti aspetti

Santo Amaro: il Brasile del Nord-Est che non ti aspetti

Il principe del Maranhão, il Parco nazionale dei Lençóis Maranhenses, lo trovate nell’ultimo post, invece questa volta punto dritto verso l’inusuale, il poco battuto, il poco considerato… eppure un luogo che a me è piaciuto tantissimo. Siamo sempre da quelle parti, ogni spostamento è fatto su camionette 4×4 su sabbia, quindi richiede tempo. A Nord-Ovest del Rio Preguicas, c’è Santo Amaro. Vista la difficoltà di raggiungerlo viene snobbato dai grossi tour operator e di conseguenza i turisti affluiscono a Barreirinhas, questa in realtà è una vera fortuna per i viaggiatori che cercano luoghi autentici e sono disposti a spendere più tempo per arrivarci. E non posso che consigliare di andarci! Per entrare nel mood giusto e prima di raccontarvi l’atmosfera che si può vivere a Santo Amaro, lascio spazio alla musica di Caetano Veloso, il grande artista brasiliano. Questa è Alegria-Alegria e a mio parere potrebbe essere un’ottima colonna sonora di questo luogo rimasto intatto e un po’ fuori dal tempo, di una delicatezza che ti conquista. Immaginate un paese di origine coloniale autentico e molto semplice, con la sua grande piazza centrale, la scuola piena di bambini in grembiule che alle 17 inforcano la bicicletta (quei pochi che hanno la fortuna di averla) o a piedi si incamminano verso casa, un’ospedale e un correiro (le poste), qualche negozietto di alimentari, le bouganville nei cortili, i tavoli sulla strada coi 4 vecchietti a vedere chi passa, le pousade spartane. Facciate colorate, piccole costruzioni basiche, due o tre strade asfaltate e poi ovunque solo sabbia e palme, qualcuno col cappello a cavallo. La vera anima del paese però è sul Rio...
Lençóis Maranhenses: un deserto differente in Brasile

Lençóis Maranhenses: un deserto differente in Brasile

Il mio sogno nel cassetto, vedere i Lençóis Maranhenses in Brasile, nasce negli anni ’90 ai tempi dell’università, quando con le amiche si andava alla BIT a fare il pieno di viaggi e si tornava con una carrettata di depliant da sfogliare. Nascevano così i must to do, con una manciata di sogni e la speranza in futuro di realizzarli. Quelle immagini mi colpirono più di tante altre, poteva esistere per davvero un luogo così remoto, meraviglioso e puro? 10 anni fa comprai la Lonely Planet sul Brasile, segno inconfutabile che i tempi erano maturi… Volevo partire, ma un tendine d’Achille operato del consorte e mesi di gesso mi hanno fatto riporre la guida in libreria e #ciaoooone. Ma si sa, la pazienza è la virtù dei forti e se io mi metto in testa una meta, stai certo che prima o poi in qualche modo ci arrivo. Estate 2016, un incastro di eventi, finalmente ho prenotato il mio sogno e il Brasile mi aspetta. Inutile dire che nell’immensità di questo paese, il primo obiettivo non poteva essere che lui! Atins sulla costa, Barreirinhas sul Rio Preguiças , e Santo Amaro più a ovest sono le tre porte di ingresso preferenziali a questo paradiso, in tutte ho avuto la fortuna di dormire qualche notte. Se una volta arrivati qui volete avere una visione completa del  Parco nazionale dei Lençóis Maranhenses e dedicargli il tempo che merita, il mio consiglio è di fare almeno 2+2+2 giorni pieni in tutte e tre per poter organizzare con calma le visite alle lagoe, ai punti panoramici sulle dune e il sorvolo del parco senza...
Brasile: da Caburè a Barreirinhas navigando sul Rio Preguiças

Brasile: da Caburè a Barreirinhas navigando sul Rio Preguiças

Rio Preguiças, fiume della Pigrizia. È chiamato così dalla gente del posto perché nell’ultimo tratto, prima di arrivare alla foce, pare faccia più di trecento anse, come se non avesse voglia di morire e volesse temporeggiare. In fondo basta vederlo, per capirne il perché. Dopo la navigazione sul Delta del Parnaiba e un breve tratto sabbioso sulle jeep è la volta di un altro fiume, ancora più caratteristico e peculiare del precedente. video credit: @viagenscine Caburè Per scoprirlo partiamo da Caburè, una specie di avamposto fantasma sull’oceano alla foce del Rio Preguiças dove un villaggio di pescatori e i gestori di 4 bungalows colorati di legno ospitano i viaggiatori e combattono una quotidiana battaglia con la sabbia. Siamo su una striscia di sabbia che divide il fiume dal mare, il vento è implacabile come il sole, ripararsi sotto le capanne, magari bevendo un latte di cocco diventa necessario. Il blu ed il giallo di queste casette con i tetti di paglia, spiccano sul bianco della sabbia e regalano un senso di relax assoluto. Chissà se Caburè è oggi come era una volta Jericoacoara, spartano, quasi metafisico, senza niente, nemmeno la luce elettrica, mentre Jeri è nel tempo si è riempita di negozi, ristoranti e pousadas per tutte le tasche. Già ora compaiono le prime contaminazioni nelle vassouras, capanne col tetto in paglia e antenna satellitare sopra, simboli del benessere occidentale tra i pescatori ormai ingegnatisi pure qui nel rivendere souvenirs e bibite fresche. La nostra voadeira (barca volante) ci aspetta, dalla foce del fiume risaliremo verso l’interno fino a Barreinhas, ci vorranno 4 ore circa di pura “natureza” per arrivare....
Brasile: sul Delta do Parnaíba tra caranguejos e jacarès

Brasile: sul Delta do Parnaíba tra caranguejos e jacarès

Dopo l’anticipazione dell’esperienza con gli ibis scarlatti torno al Delta del fiume Parnaiba, dove Parnaíba città è la sua porta d’ingresso. Sembra legata al passato: vie larghe, piazze alberate, case coloniali, una nostalgia di inizio secolo quando il porto era il più importante di tutta la zona. Il tempo di arrivare al Porto das Barcas e trovare la nostra barca sulle sponde del fiume. Oggi ci sono le voadeiras, barche a motore, ma sul delta piccoli gozzi e piroghe sono le imbarcazioni più utilizzate. Boa sorte, che la traversata abbia inizio. Oceano e fiume si mischiano, foresta e deserto, palmizi e mangrovie, il bello del Delta del Parnaiba è che non lo immagini prima questo Brasile insolito e meno conosciuto incastonato nel Nord-Est, ai confini dell’Amazzonia. Il barcaiolo che ci accompagna ha dei tratti somatici che parlano charo: lineamenti fieri, corporatura volitiva, occhi verde chiaro e uno sguardo che taglia, la sua faccia mi catapulta tra gli indios, tra i fiumi amazzonici. Non lo so spiegare, si sente un’eredità indigena, forse è quella libertà che concede il percorrere immensi spazi senza doversi sottomettere a nessun padrone se non il fiume.   video credit @Delta do Parnaiba Il delta del Parnaiba è uno dei pochi delta a mare aperto del mondo, un arcipelago verde. E’ composto da 80 isole con una superficie totale di 2700 km2. La mappa del delta ricorda la forma di una mano con 5 isole: Tutóia, Melancieira di Carrapato, Caju, Canariuas e Barra do Rio Igaracu. Di fronte a me un’enorme distesa d’acqua dolce si riversa in quella salata dell’oceano, la percorriamo in velocità zigzagando per evitare le...
Brasile: vedere gli ibis scarlatti sul Delta do Parnaíba al tramonto

Brasile: vedere gli ibis scarlatti sul Delta do Parnaíba al tramonto

C’è un’esperienza nel Nord-Est del Brasile che non si può perdere e potete viverla sul Delta del Parnaiba. Nel prossimo post parlerò di come/quando/cosa visitare nel Delta, ma prima mi fermo un attimo e dedico un post all’esperienza secondo me più commovente.  Avete presente quando una sola esperienza, una sola immagine, un solo ricordo si associa immediatamente a un luogo? Ecco il Delta del Parnaiba, dopo questo viaggio, lo associo subito a loro, gli ibis rossi o scarlatti. Per raggiungerli non è facilissimo. Dalla cittadina di Parnaiba si continua il viaggio caricando la jeep su una zattera, si attraversano radure e angoli di giungla e finalmente si arriva al Delta del Rio Parnaiba, incastonato fra i due stati del Piauì e del Maranhão, l’unico nelle due Americhe a sfociare in mare aperto, il terzo delta oceanico più grande del pianeta. Cinque bracci, un’ottantina di isole fluviali, boschi e boschi di mangrovie dalle radici scoperte, migliaia di palme, iguane all’ombra dei cespugli, scimmie, qualche caimano: un vero labirinto di fiumi e canali che percorriamo su una lancia, sopra la testa un cielo interrotto solo dalle ali degli uccelli, dei caracara dal becco arancione, dei martin pescatori, degli urubù e pappagallini verdi. Un intrico di isole e canali il Delta del Rio Parnaiba. È mattina presto. Mentre dondolo sull’amaca fuori dalla mia stanza nella pousada, ascolto i suoni di questo luogo e mi preparo alla partenza. Si va in motoscafo alla scoperta del Rio Parnaiba, è simile a una mano aperta, le cui dita, cinque grandi isole contornate da almeno altre 70 più piccole, rappresentano una sorta di santuario ecologico . La lancia...
Visitare il Parque Nacional de Jericoacoara in Brasile

Visitare il Parque Nacional de Jericoacoara in Brasile

E dopo il post dedicato ai 300 km off road in 4×4 per arrivare da Fortaleza a Jericoacoara, ora vi parlo proprio di quest’ultima, cioè di Jericoacoara (o Jeri, come viene affettuosamente chiamata dai suoi frequentatori). Dichiarata dal Washington Post una delle dieci migliori spiagge del mondo e considerata dagli stessi brasiliani la migliore spiaggia del loro Paese, non posso che confermare l’unicità di questo posto. Fino a 20-30 anni fa era un idillio fatto di una natura pazzesca, con un villaggio isolato di pescatori, senza strade, senza elettricità, senza telefoni, senza televisori e forse anche senza denaro. Insomma una Jeri fatta solo di spiagge a perdita d’occhio, di acqua, di palme native e di sabbia dall’accecante color bianco. Una gemma che non poteva non attirare prima il turismo brasiliano, poi i primi viaggiatori avventurosi, poi piano piano la comunità internazionale. Eppure, nonostante sulla carta gli ingredienti per trasformare Jeri in bruttura stravolta dal turismo di massa ci siano tutti, oggi non ti accorgi quasi del cambiamento: sabbia ovunque, quattro incroci, in spiaggia per lo più turisti brasiliani, qui la vita sembra essere ancora “descanso” (riposo) e pura tranquillità, citando un Grignani d’annata pare la famosa destinazione paradiso. Dove godersi il mare, le dune, le lagune, l’esplorazione, la lontananza da tutto. La creazione nel 2002 del Parque Nacional de Jericoacoara (6.295 ettari di pura bellezza naturale), le restrizioni sui nuovi immobili, il divieto all’interno del parco di ogni forma di sfruttamento delle risorse naturali, la strada non asfaltata e tutta dossi che lo rende difficilmente accessibile, l’illuminazione delle strade ancora vietata dalla legge locale, il no all’asfalto e al traffico, hanno mantenuto...

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